martedì 7 maggio 2013

[Uncinetto] Fermatenda


Sono tornata ai miei piccoli lavoretti all'uncinetto! La coperta è qualcosa di veramente impegnativo, quindi ho deciso che per ora mi dedicherò a cose molto meno complesse e molto più veloci da terminare. 
Tra le cosette che mancavano alla mia stanza c'è appunto il fermatenda... e invece di acquistarlo me lo sono fatta da sola. Lo schema utilizzato, trovato sul web, è questo.

Ed ecco come appare applicato alla tenda:





Foto, schemi e post del blog li trovate anche sulla mia pagina Facebook: 

mercoledì 1 maggio 2013

L'Angolo degli Acquisti - Aprile

Ed eccoci di nuovo con l'appuntamento de L'Angolo degli Acquisti!
I primi acquisti provengono dalla collana LIVE di Newton Compton:

Le Notti Bianche di Fëdor M. Dostoevskij.
Le notti bianche è, insieme a Delitto e castigo, la più amata e la più letta delle opere di Dostoevskij. Protagonista è la figura del sognatore, nella cui esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, irrompe per un breve attimo la giovane Nasten’ka. Simbolo del pulsare delle emozioni, Nasten’ka offrirà per la prima volta al sognatore scampoli di vita vera, finché una sua lettera, con l’annuncio delle proprie nozze, non lo “risveglierà” per riportarlo al suo destino di illusioni. Sullo sfondo di una Pietroburgo deserta e quasi magica, si inserisce l’intenso dialogo tra i due protagonisti, pure voci, la cui identità è l’oggetto stesso delle loro riflessioni e della loro autocoscienza. [Anobii]

"Il ballo" è la storia di una perfida rivincita all'interno di una ricca famiglia. Per i Kampf l'organizzazione del ricevimento, a cui sono invitati i maggiorenti della città, è un'occupazione serissima. Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio. Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l'ingresso della quattordicenne Antoinette nella brillante società parigina, è un sogno più per la madre, volgare e arcigna parvenue, che per la ragazza. Con una scrittura precisa e senza fronzoli, Irène Némirovsky racconta in poche, dense e drammatiche pagine, la vendetta di Antoinette. [Amazon]
Lady Susan di Jane Austen.
La città di provincia, le chiacchiere misurate dei salotti, le ferree regole e convenzioni dell'universo piccolo-borghese: in questa breve opera gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. La protagonista di "Lady Susan", frizzante romanzo epistolare, è una donna energica, intelligente, senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. Il Settecento inglese della borghesia di provincia, delle buone maniere, del matrimonio come aspirazione suprema: Jane Austen ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti - arguzia, bon ton, ironia -, gli aspetti più retrogradi, rivelandosi, pur tra le pareti domestiche, donna di spirito e femminista "ante litteram". [Amazon]

Una condizione di beatitudine così profonda che non si può nemmeno esprimere a parole, che si può solo sperimentare: un attimo che racchiude l'eterno e l'infinito.È la felicità il tema del De vita beata, un mirabile vademecum del pensiero di Seneca. In questo dialogo, dedicato al fratello Anneo Novato, il filosofo latino mostra che solo il saggio può raggiungerla. Distaccandosi dalle passioni terrene, egli diventa imperturbabile, al punto da non temere neanche la morte. Certo, è una strada difficile e piena di ostacoli, ma non impraticabile. Perché non nel piacere, che è meschino, servile, debole e caduco, ma nella virtù risiede la sola vera felicità. [Anobii]
Urbino, 1789. Il cadavere del professor Lamberti, docenti di filosofia all'università, viene ritrovato all'interno della cattedrale. L'ipotesi è che sia precipitato dalle impalcature erette per la ricostruzione della cupola, distrutta da un terremoto. Ma Vitale Federici, il suo allievo più brillante, intuisce subito che dietro quella morte si cela qualcosa di poco chiaro. Inizia dunque la sua personale indagine sugli ultimi giorni di via del Lamberti, finché viene a conoscenza di un fatto sconcertante: l'uomo era sulle tracce di un antico tempio dedicato alle Ninfe, nascosto nel sottosuolo della città. Vitale si appassiona immediatamente al mistero, ma la sua ricerca lo porta ben preso di fronte a un'inquietante verità: il Lamberti deve essere stato assassinato. Ma da chi? Tanti sono i sospettati, e tutti hanno interesse a tenere Vitale lontano da un segreto che non deve essere rivelato... [Anobii]
Mentre dalla collana I Grandi Romanzi provengono:

La Signora delle Camelie - La Vita a Vent'anni di Alexandre Dumas (figlio).
"Marguerite assisteva a tutte le prime, e passava tutte le sue serate al ballo o a teatro. Ogni volta che recitavano una commedia nuova si era sicuri di vederla, con tre cose che non la lasciavano mai e che occupavano sempre il parapetto del suo palco di primo ordine: il cannocchiale, un sacchetto di dolciumi e un mazzo di camelie. Per venticinque giorni al mese le camelie erano bianche, negli altri cinque erano rosse: non si è mai saputa la ragione di questa varietà di colori, che io segnalo senza essere in grado di spiegarla, e che i suoi amici e i frequentatori abituali dei teatri dove andava più spesso avevano notato come me.
Mai si era vista Marguerite con fiori diversi dalle camelie: così dalla sua fiorista, la signora Barjon, avevano finito per soprannominarla la signora delle camelie, e questo soprannome le era rimasto." [Anobii]


Le confessioni d'un italiano di Ippolito Nievo.
Le confessioni d'un italiano è un romanzo di Ippolito Nievo d'intreccio amoroso sullo sfondo politico e patriottico dei cinquant'anni che vanno dalla campagna napoleonica in Italia alle rivoluzioni del 1848.
Nel romanzo viene narrata, sotto la forma autobiografica, la vicenda storica di Carlino Altoviti ed è la testimonianza di una vita trascorsa come patriota ma soprattutto come uomo che ha vissuto la trasformazione della propria identità da veneziano ad italiano. [Wikipedia]


Infine, dal consueto mercatino dell'usato che ci viene a trovare una volta al mese ho preso altri due titoli:

Furore di John Steinbeck.
Pubblicato nel 1939,-Furore- è subito divenuto il romanzo simbolo della Grande Depressione americana. Nell'odissea della famiglia Joad,in penosa marcia,come migliaia e migliaia di americani,è ripercorsa la storia delle grandi,disperate migrazioni interne,lungo la Highway 66, verso lo sfruttamento,la miseria,la fame: un quadro potente e amaro di una dura Terra promessa dove la manodopera era sfruttata e mal pagata,dove ciascuno portava con sè la propria miseria "come un marchio di infamia". [Anobii]

Il dottor Živago di Borís Pasternàk.
Vietato dalla censura sovietica, Il dottor Živago, indiscutibile capolavoro della letteratura russa del Novecento, uscì per la prima volta proprio in Italia nel 1957, ottenendo immediatamente un successo mondiale talmente grande, che l'anno dopo al suo autore fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Grande romanzo sulle generose illusioni e le gravi delusioni che possono legarsi a una rivoluzione e alle sue promesse di palingenesi, il libro è ben altro dal pamphlet anticomunista che credettero di scorgervi i censori: il suo alimento è una desolata, dolorosa filosofia della storia, che si sofferma sui bordi oscuri, sul tributo sempre altissimo di vittime che ogni forma di "progresso" trascina fatalmente con sé. Jurij Živago, medico e poeta, tenta disperatamente di conservare la propria identità, il proprio giudizio, la propria capacità di amare nel turbine di eventi e di tragedie scatenato dalla Rivoluzione d'ottobre; cerca in ogni modo di spremere un po' di vita da ogni situazione, anche la più avversa, con cui gli capiti di confrontarsi; prova fiducioso ad abbandonarsi all'amore per Lara, a costruirsi una bolla di felicità in un mondo sordo e cieco. Ma infine dovrà arrendersi alla forza delle cose: Lara sparirà dalla sua esistenza, e lui tornerà dopo mille peripezie in una Mosca che non saprà più riconoscere, per morirvi povero e solo, grazie a un caritatevole attacco di cuore.
Di Živago non resteranno che le sue poesie, conservate dai suoi pochi amici, a testimonianza del valore di svelamento attribuito da Pasternàk alla letteratura: gramo svelamento all'individuo di un esiguo senso di sé e del proprio destino, invano dissimulato dalla meraviglia delle favole che si continuano, malinconicamente, ad inventare. [Anobii]
Arrivederci a Maggio!

LWL